Fu insignita del titolo di Basilica Minor nel 1956; è affascinante. Molti dicono: atrio del paradiso.
Si entra dal portale ovest, non dal chiostro: ed ecco subito la prima caratteristica di questa chiesa. In quasi tutte le chiese, aperta la porta, si abbraccia con lo sguardo tutto l'interno, in questa chiesa invece no. Si vede il festoso altare maggiore, della chiesa si vede poco. Si rimane perplessi, si procede avanti, non si bada all'affresco nell'atrio: dove il Beato Artmanno spiega la pianta del monastero davanti ai confondatori, i burgravi di Sabiona Reginberto e Cristina. Il piccolo loro figlio Ulrico morto ai loro piedi significa che dopo la sua morte i genitori danno i loro beni per la fondazione, ideata dal santo vescovo.
Percorrendo il sottocorpo un po' buio non si bada ai confessionali barocchi. Stando sotto la balaustra dell'emporio si gode la vista di tutta la chiesa: sembra un regno di fiabe, dappertutto uno scintillare, un brillare e angioletti allegri giocano sui cimasi. Dobbiamo questa strana bellezza prima ancora che al pittore e allo stuccatore- all'architetto del Settecento Giuseppe Delai. Ebbe da risolvere un compito non facile: le navate erano di stile romanico, il presbiterio rialzato e, come si vede dall'esterno, una costruzione gotica dello scorcio del Quattrocento. L'architetto aveva da accordare le due parti eterogenee della chiesa, da appianare le volte gotiche, da aprire le finestre semilunari, da superare il dislivello tra le navate e il presbiterio e da fare gli archi serliani tra la navata principale e le laterali. E Delai ha risolto il problema in maniera meravigliosa.
A quest'opera non facile del1'architetto si associa l'arte degli stuccatori. Erano della scuola di Wessobrunn, rinomatissima allora in tutta l'Europa. Nel contratto del 15 dicembre 1736 si nominano quattro maestri: Anton Gigl, un certo Brugger e i fratelli Johann und Josef Gratl.
Gli affreschi sono di Matthäus Gündter da Augsburg che si rivela seguace del Tiepolo. L’intenzione di quest’artista era di aprire le volte, piuttosto che decorarle, per dare così allo spettatore l’illusione che sopra di esso si elevino altre chiese ed edifici. Le linee di questi affreschi convergono in punti immaginari che si trovanno all’esterno dell’opera stessa. Per poter ammirare dunque questi dipinti nel loro pieno splendore si devono cercare questi punti di convergenza. Quelli degli affreschi delle navate laterali si trovano spostandosi verso i banchi della navata principale.
Da: Abbazia di Novacella
Chiesa
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Ultimo aggiornamento: 27/08/2024, 15:56